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L’immagine del Crocifisso si diffonde a partire dal XIV secolo, ma inizialmente il Cristo era rappresentato con gli occhi aperti e la testa ritta, per significare l’anticipo della risurrezione. Ecco che per i cristiani la croce è il simbolo della passione, morte e risurrezione di Gesù. Si distingue tra croce astile, che viene portata processionalmente in alcune celebrazioni particolari e poi fissata su una base presente nell’area presbiterale, e croce da altare, cioè quella che viene posta sulla mensa; vi è anche la grande croce che scende dall’alto della volta, visibile sopra l’altare. M. Righetti attesta di una croce processionale scomponibile in due parti: l’asta e la croce propriamente detta. In questo caso la croce veniva staccata dall’asta e posta su un piccolo piedistallo sopra la mensa dell’altare. Così la croce processionale diventava la croce da altare (cf M. Righetti, Storia liturgica I, 535). Probabilmente le prime croci da altare non recavano l’immagine del Crocifisso, che compare solo verso il XIV secolo. Anche il Messale di Pio V prescriveva semplicemente «una croce», mentre il Caeremoniale Episcoporum specificò «con l’immagine del Santissimo Crocifisso». La croce viene onorata con l’inchino e l’incenso; nel Venerdì santo anche con la genuflessione e il bacio. La croce processionale apre la celebrazione della domenica delle Palme o di Passione e viene ornata con rami d’ulivo. In alcune celebrazioni solenni presiedute dal vescovo, la croce apre la processione preceduta dall’incenso e accompagnata da due candelieri.

Croci astile

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B12 03 - Io sono la Risurrezione

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