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0 Prodotti : 0,00 €Camice = Chiamato anche alba (dal latino albus = bianco; albeo = essere bianco, chiaro, splendere), con riferimento al battesimo nel quale ogni cristiano riceve la veste bianca, alla risurrezione e agli eletti dell’Apocalisse (7,14-15) che «hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello». È la tunica che viene indossata sopra il comune vestito; essa deriva dalla veste che veniva portata comunemente dai cittadini dell’impero romano. Nei tempi più antichi era realizzata in lino, poi anche in lana e successivamente in cotone. Può essere di qualunque tessuto leggero, purché bianco. Scrive A.G. Martimort: «La veste bianca che discende fino ai piedi, il camice, esprime in primo luogo la rottura con la fretta e con i compiti utilitari, ma soprattutto richiama la veste regale e sacerdotale della liturgia celeste, quella del Signore della gloria, degli angeli e degli eletti» (A.G. Martimort, La Chiesa in preghiera, Introduzione alla liturgia, p 128). Come suggerisce l’OGMR, il camice è «la veste sacra comune a tutti i ministri ordinati e istituiti di qualsiasi grado» (OGMR 336). Va indossato sopra e dopo dell’amitto ed è stretto ai fianchi dal cingolo. Amitto e cingolo possono essere omessi purché il camice sia fatto in modo tale da coprire il collo e da aderire ai fianchi. I camici moderni sono provvisti di un colletto che aderisce al collo, muniti di cerniere sul davanti o sulla spalla. Vi sono inoltre nuove tipologie di camici che richiamano le vesti monastiche, con maniche larghe e cappucci. All’estremità del camice, all’altezza degli orli, possono essere eseguiti anche dei ricami, come il gigliuccio, che lo rendono più ricco e bello.